INTERVISTE

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©2022 di WRITERFORLIFESTYLE. Creato con Flazio.com

Ideatore : ANTONIO NUZZACHI - SETTIMO TORINESE (TO)

 

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Luogo di incontro per appassionati Divulgatori del Benessere&LifeStyle

  “La conoscenza si muove lungo il nastro delle emozioni.”

“gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo”

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L'EMPOWERMENT

L'empowerment è un tema ampio e può essere trattato in vari contesti, come il business, la gestione delle risorse umane, lo sviluppo personale e sociale.

Qui troverai una variegata selezione di articoli pensati per accompagnarti nel tuo percorso di crescita e miglioramento personale. Che tu stia cercando di potenziare le tue abilità, migliorare la tua autoconfidenza o semplicemente esplorare nuove filosofie di vita, sei nel posto giusto.

      ARTICOLI

La Consulenza
La Consulenza (Counseling) è definita come una attività professionale che ha come obiettivo quello di supportare il Coachee qual’ ora si presentassero eventuali problemi, e di far emergere le verità insite in lui, sviluppandone le potenzialità.
Il Consulente è un professionista che aiuta il Cliente nell’intraprendere azioni verso un obiettivo chiaro e specifico.
Egli mette in atto le proprie competenze, ottenute da una specifica formazione, al fine di facilitare il raggiungimento degli obiettivi della persona che assiste, stimolandolo a scoprire le proprie ambizioni e rendendolo consapevole delle proprie risorse e capacità.
Il Cliente, attraverso la presa di coscienza delle proprie capacità e consapevole degli strumenti a sua disposizione, si riscopre parte attiva in un processo di cambiamento intenzionale e pianificato.
Tale processo ha come obiettivi quelli di per il Cliente imparare e migliorare le proprie competenze attraverso l’esperienza quotidiana, l’utilizzo di metodi, strumenti e programmi specifici.
Il processo di Coaching consente una consapevole crescita, in quanto la persona arriva a focalizzare, in maniera più efficace, gli obiettivi da raggiungere e ad attuare le strategie da porre in atto.
Il Cliente, nella veste di fruitore dell’attività di Counseling Psicobiologico, si ritroverà a dare una particolare importanza alla sua vita nel presente, orientando il suo sguardo costruttivo verso il futuro.
L’approccio teorico - pratico con il quale il Consulente si rivolge al Cliente è volto alla ricerca del miglioramento della salute e del benessere in senso globale e secondo l’approccio biopsicosociale prescindendo, quindi, totalmente da ogni riferimento alla prospettiva patogenica (UNIPSI).
Ricordiamo che, ad esempio, la riflessologia non ha, a mio avviso, fondamenti scientifici e che massaggi o manipolazioni debbano essere praticati da personale abilitato, pertanto lo studio della stessa potrebbe collocarsi come parte integrante di un percorso di crescita personale e consapevolezza.
 

LA CONSULENZA

Antonio Nuzzachi

LA PIRAMIDE DEI BISOGNI

La Piramide dei bisogni di Maslow “Tra il 1943 e il 1954 lo psicologo statunitense Abraham Maslow elaborò il concetto di "Hierarchy of Needs" (gerarchia dei bisogni o necessità) e lo divulgò nel libro Motivation and Personality del 1954”.* Il concetto di bisogno va associato alla percezione che la persona ha, nell’aggiunta di un tassello mancante per il raggiungimento del proprio stato di benessere. La ricerca stessa dell’elemento mancante, porta la persona ad orientare le proprie energie al raggiungimento di tale scopo. Ovvio che la motivazione assume un ruolo fondamentale in quanto, maggiore è la forza motrice nell’agire, maggiori saranno le probabilità di raggiungere un obiettivo specifico.
La motivazione, infatti, è un concetto che racchiude in sé il nocciolo fertile del nostro agire, del nostro muoverci verso un cambiamento, un miglioramento e va intesa come un solido caposaldo nella vita di ognuno di noi.
Per motivazione si intende anche quell’energia che ci permette di realizzare ciò che siamo maggiormente È formata da due parole: motivo e azione. Va da se che l’azione nasce da un motivo, da una potente domanda che permetterà di avere come risposta un grande PERCHÈ vogliamo ottenere una cosa, raggiungere la meta prefissata.
La motivazione nasce da una serie complessa di elementi: le condizioni ambientali, il contesto familiare, la visione che abbiamo di noi stessi e della realtà circostante, la capacità di reagire o meno agli insuccessi...
*Tratto da: www.wikipedia.org

​Questa “spinta interiore” permette di convergere tutte le nostre energie verso il conseguimento della nostra felicità e realizzazione, ma tutto questo pone le proprie radici in una condizione mentale le cui caratteristiche sono: la positività, la curiosità nel riscoprire strumenti sempre nuovi per potersi mettere in gioco e la forza visiva che ci orienta verso il successo.
Come è possibile notare la positività è la caratteristica primaria poiché in essa alberga in nostro modo di pensare, matrice del nostro agire.
“Il nostro pensiero condiziona la nostra realtà,
noi siamo quello che pensiamo in questo momento.
Spesso siamo orientati verso pensieri demotivanti, poco stimolanti, e le notizie che ogni giorno ascoltiamo e che entrano nelle nostre case con i mezzi di diffusione, non incrementano certo la positività. Noi possiamo invertire questo modo di pensare e migliorare il nostro stile di vita. Il nostro modo di pensare influenza noi stessi sul piano emotivo e decisionale, nel “plasmare la nostra realtà”. Gli esseri umani possono creare o disfare la propria realtà attraverso i propri pensieri e questi influenzano non soltanto noi, ma anche chi ci è accanto”.*
Come prendere l’abitudine di pensare positivo?
- Cercando il lato positivo in ogni situazione;
- scoprendo in ogni difficoltà o bocciatura, la lezione che servirà per il futuro;
- trovando una soluzione ad ogni problema che incontriamo lungo la nostra strada;
- pensando al futuro, agli obiettivi e non rimanendo ancorati al passato
Pensare positivo aumenta l’autostima e la nostra capacità di
affrontare le situazioni.
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*Antonio Nuzzachi, Viaggio sulle ali della consapevolezza, Youcanprint, 2013

Antonio Nuzzachi

LA RELAZIONE CON IL CLIENTE

La relazione con il Coachee/Cliente*
Prima di definire l’obiettivo e le strategie necessarie per un cambiamento e conseguentemente un miglioramento, è necessario evidenziare come la relazione con il Cliente è di rilevante importanza, sia sul piano della formazione stessa, sia su quello etico e professionale.
Nella relazione con il Cliente, al fine di orientare il lavoro di Consueling psicobiologico verso l’autonomia stessa del Cliente verso i metodi e le strategie in merito, è necessario rendere consapevole la persona riguardo le proprie capacità e la propria motivazione.
Alla base del Consueling psicobiologico vi è la relazione, costituita da rispetto, fiducia e stima reciproci che uniscono professionalità ed empatia, non dipendenti dal risultato finale o dal raggiungimento degli obiettivi.
Durante gli incontri con il Cliente è stata data molta importanza sia all’approccio di carattere elogiativo che empatico, quest’ultimo considerato anche sotto il profilo del linguaggio non verbale.
L’approccio utilizzato con il Cliente è sempre stato di carattere elogiativo, valorizzandone i risultati ottenuti e rendendo consapevole egli stesso delle proprie risorse e delle aree di miglioramento.
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*Tratto dal Coaching Work: (Il Coaching nella gestione dello stress ed il miglioramento dell’ autostima)- CUI, Centro Universitario Internazionale, Professional Certificate in Coaching – Unità didattiche, EBooks, 2011.con autorizzazione via mail.

Antonio Nuzzachi

L'EMPATIA

L’empatia
L’empatia è la focalizzazione del mondo interiore dell’interlocutore, è la capacità di intuire cosa si agiti in lui e quale sia il suo reale stato d’animo in una determinata situazione, al di là di quello che esprime verbalmente.
L’empatia permette di stabilire relazioni basate sulla fiducia e di “mettersi nei panni” degli altri. Uno dei comportamenti che facilita i rapporti costruttivi, consiste nell’astenersi dal giudicare gli altri e di sforzarsi di comprendere il punto di vista altrui (se non addirittura condividerlo).
L’empatia, designa un atteggiamento verso il Cliente caratterizzato da uno sforzo di comprensione intellettuale dell'altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale. Nell'uso comune, è l'attitudine ad essere completamente disponibili per un'altra persona, mettendo da parte preoccupazioni e pensieri personali. Si tratta di essere disponibili ad una relazione di qualità basata sull'ascolto non valutativo, dove ci si concentra sulla comprensione dei sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro.
La comprensione empatica consiste nell’immedesimarsi nell’interlocutore per comprendere il suo punto di vista, senza assumerlo come proprio, ma mantenendo l'autocontrollo: un infermiere che si calasse nei panni del malato lasciandosi sopraffare dal dolore per le sue sofferenze non sarebbe un sostegno per il paziente ma renderebbe l'ammalato emotivamente più abbattuto.
Personalmente ho constatato, anche in campo socio - sanitario, l’importanza dell’empatia come la capacità di “leggere fra le righe”, di captare le spie emozionali, di cogliere anche i segnali non verbali indicatori di uno stato d’animo e di intuire quale valore rivesta un evento per l'interlocutore, senza lasciarsi guidare dai propri schemi di attribuzione del significato.
L’importanza di ascoltare
Ascoltare significa dimostrare capacità di porre attenzione alla comunicazione del proprio interlocutore. L’ascolto deve essere aperto e disponibile non solo verso l’altro e quello che dice, ma anche verso se stessi, per ascoltare le proprie reazioni, per essere consapevoli dei limiti del proprio punto di vista.
Il Coach, ascoltando attivamente il Cliente, produce un atteggiamento positivo e di apertura verso di lui in modo da permettere la creazione di un rapporto di fiducia, premessa indispensabile per un percorso di crescita e di realizzazione degli obiettivi. Questo atteggiamento professionale ed empatico crea un ambiente sereno e piacevole, aiutando il Cliente a riscoprire le proprie risorse e capacità al fine di orientarle attivamente nel processo di Coaching.
Il Coach si attiva nell’ascolto lasciando lo spazio al Cliente senza invaderlo, ascoltando anche il silenzio, le pause, i desideri, dando anche la possibilità alla persona di ascoltarsi.
Sorge spontanea la domanda relativa al significato del verbo “ascoltare”. Questo verbo, significa permettere al Cliente di ascoltare ciò che dicono le parole dette e il suo dialogo interno.
Dal dialogo interno ed esterno, la persona che comunica trasmette non soltanto a chi ascolta, ma anche a se stessa, i desideri, le emozioni, le paure, le vibrazioni interne.
Nella fase di ascolto il Cliente viene aiutato dal Coach a riconoscere i suoi bisogni, rendendosi consapevole del potenziale insito in lui al fine di ottenere il meglio dalle opportunità.

Antonio Nuzzachi

IL COACHING

Il Coaching è definito come un processo intenzionale e pianificato che ha l’obiettivo di aiutare le persone a imparare e migliorare le proprie competenze attraverso l’esperienza quotidiana, utilizzando metodi, strumenti e programmi specifici.
Il processo di Coaching consente una consapevole crescita del cliente (Coachee), in quanto la persona arriva a focalizzare in maniera più efficace gli obiettivi da raggiungere e ad attuare le strategie da porre in atto.
Il Coaching è una metodologia di allenamento basato sulla relazione tra un professionista, il Coach, il quale, tramite le proprie competenze professionali, offre metodi e strumenti efficaci di sviluppo alla persona che vuole apprendere nuove abilità, svilupparsi o agire meglio in un dato ambito rispetto a quanto ha fatto o fa abitualmente.
Nel processo di Coaching si osserva “lo stato attuale del cliente” cioè la situazione di partenza, e si definiscono, in accordo con il Coachee, le strategie da porre in atto per raggiungere “lo stato desiderato”, ovvero il raggiungimento dell’obiettivo.
Nel Coaching il presupposto fondamentale è la conoscenza e la consapevolezza di sé, delle proprie risorse e delle aree che si intendono migliorare.
Fare Coaching significa avere un progetto di crescita mirato che, attraverso la presa di coscienza delle proprie risorse, attua un cambiamento al fine di ottenere il raggiungimento degli obiettivi.
Il Coaching offre alla persona un valore aggiunto.
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*Tratto da: Antonio Nuzzachi - Coaching Work (Il Coaching nella gestione dello stress ed il miglioramento dell’autostima)- CUI, Centro Universitario Internazionale, Professional Certificate in Coaching – Unità didattiche, EBooks, 2011; con autorizzazione via mail.

Tale progetto viene realizzato supportando il Coachee, ricorrendo a strumenti atti a facilitarne il compito da svolgere, portando i risultati a livelli elevati di performance.
Nel presente Tesi rientra la presa di coscienza per migliorare il proprio stile di vita, intervenendo, come obiettivo da raggiungere, sulla gestione dello stress, la promozione del benessere psicofisico ed il miglioramento della propria autostima.
L’approccio che include il Coaching è di carattere elogiativo. Esso si basa sul riconoscimento di ciò che è giusto, che funziona, che è desiderato e quindi fondamentale per arrivare all’obiettivo. L’approccio elogiativo prevede alcune domande formulate in modo da permettere al Cochee stesso di intravedere, nelle risposte, una forma chiarificatrice, costruttiva e di feedback.
Il Coaching è un metodo che ha come scopo principale quello di aiutare le persone a migliorarsi, permettendo loro di apprendere quelle tecniche, metodi e modalità che permettono di:
 Risolvere i problemi nelle aree di sofferenza o insoddisfazione;
 Comprendere ed essere consapevoli delle caratteristiche e potenzialità che ognuno ha;
 Individuare con chiarezza i propri obiettivi;
 Comprendere chiaramente quali sono i mezzi e le modalità più efficaci per raggiungerli;
 Migliorare il proprio stile di vita, sia nelle proprie relazioni che nel benessere;
 Ampliare le proprie possibilità di scelta e di azione;
 Ascoltarsi, svilupparsi e realizzarsi meglio;
 Raggiungere uno scopo, un sogno, una passione latente del nostro essere;
 Migliorare la gestione del proprio tempo, ridurre lo stress ed osservarne miglioramenti nella propria autostima;
 Affrontare con maggior sicurezza i cambiamenti e le “crisi”;
 Osservare i cambiamenti positivi nel percorso di crescita ed attuare interventi per orientarli sempre meglio verso l’obiettivo da raggiungere;
 Aumentare la propria capacità di vision.

Antonio Nuzzachi

IL COACH

Il Coach è uno “specialista del cambiamento”, una figura professionale che, come un partner, segue il Coachee, utilizzando specifici strumenti in un processo di crescita personale e professionale.
Il Coach possiede la professionalità e le strategie utili per insegnare, formare, e supportare il Coachee, ma senza una specifica linea d’azione orientata al raggiungimento di un obiettivo chiaro e definito, anche i metodi più strategici non hanno efficacia. Il Coach, infatti, prende in considerazione le caratteristiche del Coachee e lo guida al raggiungimento dei suoi obiettivi, ma tenendo sempre presente che l’azione e la decisionalità sono caratteristiche uniche del Coachee.
Le informazioni che il Coach ascolta dal Coachee, hanno una valenza importantissima poiché gli permettono di diventare consapevole delle sue richieste e di orientarlo verso una linea di azione ben precisa.
La persona stessa vede nel Coach un professionista che lo aiuta nell’intraprendere azioni verso un obiettivo chiaro e specifico.
Il Coach mette in atto le proprie competenze ottenute da una specifica per facilitare il raggiungimento degli obiettivi della persona da assistere.
Il Coach mira a promuovere nel Coachee il senso di consapevolezza al fine di ottenere un maggior sviluppo delle sue risorse e potenzialità, apportando così un cambiamento orientato ad un miglioramento dello stile di vita, del benessere e dello sviluppo personale.
Il Coach consentirà al Coachee stesso di divenire consapevole del proprio linguaggio, al fine di apprendere come il modo stesso di formulare un obiettivo, le credenze e le convinzioni, siano fondamentali nella realizzazione dello stesso, e nel plasmare la realtà.
Appare chiaro come la famiglia di origine e/o acquisita, costituisca uno dei pilastri sui cui ruotano le nostre convinzioni, così come il contesto sociale e scolastico formi la persona nei suoi costrutti mentali e di azione.
Il Coach ne facilita il cambiamento. La persona è accompagnata e portata a focalizzare, in maniera più efficace, gli obiettivi da raggiungere e le conseguenti strategie da porre in atto.

Le azioni che il Coach compie insieme al Coachee sono:
- Scoprire e chiarificare l’obiettivo che si desidera raggiungere;
- Scoprire le risorse interiori che possono essere utili al raggiungimento dell’obiettivo;
- Accompagnare il Coachee dallo Stato attuale, allo stato desiderato;
- Utilizzare gli strumenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi;
- Essere consapevoli delle proprie credenze limitanti e potenzianti.

​Il Coach valorizza
Il Coach aiuta il Coachee a valorizzare le sue risorse e rendendo evidenti le verità insite in lui.
Il percorso di cambiamento è un cammino fatto insieme ed il Coachee scopre le risposte che già possiede, al fine di orientare al meglio il suo percorso di crescita.
Tra Coach e Coachee nasce un confronto che permetterà una maggior chiarezza nelle proprie risorse e capacità.
Il Coach sostiene
Durante il percorso con il Coachee vi è un approccio di sostegno, inteso come metodo per renderlo consapevole, sia delle sue potenzialità, sia degli eventuali problemi che si dovessero incontrare durante il percorso, affrontandoli con gli strumenti adeguati, sia per la gestione dello stress che per il miglioramento dell’autostima.
È possibile, durante il percorso di cambiamento, che il Coachee si scoraggi o si senta meno motivato.
Nella presente tesi viene spesso sottolineata l’importanza del Coach come sostegno motivazionale e positivo per il cliente, al fine di combatterne eventuali paure e scarsi livelli di autostima.
Il Coach sfida
Il Coach stimola il Coachee a scoprire le proprie ambizioni, stimolandolo e rendendolo consapevole delle sue risorse e capacità.

Antonio Nuzzachi

LA DEFINIZIONE DELL'OBIETTIVO

La definizione dell’obiettivo
Nel processo di Coaching si spiega al Cochee di pensare ad un obiettivo come ad un desiderio scritto con l’inchiostro dell’ambizione e costruito sulle fondamenta dell’azione.
Pensare ad un obiettivo come qualcosa che ha un senso grazie ad un perché, ed è realizzato attraverso un come.
“Un obiettivo deve essere:
1.Concreto.
Il traguardo che si vuole raggiungere deve essere chiaro ed oggettivo (un obiettivo deve essere definito e ben formato).
Ogni volta che si definisce un obiettivo, bisogna cercare di far coincidere il “cosa” con un oggetto o un numero.
È importante evitare parole vaghe (migliorare, di più, etc.) o legate ad emozioni (stare meglio, essere felice).
2. Definito nel tempo.
Un obiettivo senza scadenza non è un obiettivo, rimane solo una buona intenzione.
Quando si definisce un obiettivo bisogna sempre definire entro quando lo si vuole raggiungere.
3. Quasi raggiungibile.
Un obiettivo deve essere quasi raggiungibile. Quando si fissa un obiettivo, bisogna “aver paura”, timore di non poterlo raggiungere. Questo genererà quella tensione positiva che permetterà di superare i limiti e crescere. Come in un allenamento in palestra, un muscolo cresce solo quando fa male.
Per impegnarsi in modo sistematico giorno dopo giorno, c’è bisogno anche del …
… “Perché”
La prima domanda da tener presente dopo aver scritto l’obiettivo è:
“Perché voglio raggiungere questo obiettivo?”,
“Quali sono le motivazioni che mi spingono?”.
Aggiungendo almeno 10 perché subito dopo aver definito l’obiettivo.
… “Come”
La prima azione che si intende fare oggi per iniziare ad inseguire l’obiettivo e le
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tappe intermedie (milestones) che si intende superare prima di arrivare al traguardo finale.
Le affermazioni per costruire un obiettivo necessitano di alcune considerazioni:
1.devono essere espresse al presente: La nostra mente non computa affermazioni come “dovrò fare”, “sarò più …” ma bisogna esprimere la frase al presente, come se fosse già realtà: ”devo fare”, “sono più …”.
2.devono essere emozionali: Bisogna desiderare intensamente l’obiettivo prefissato, imprimendolo con tutta la carica emozionale che si possiede. L’importanza della carica emotiva permetterà di orientare l’obiettivo in efficace.
3.devono essere positive: Le frasi devono essere espresse in positivo, in quanto il nostro inconscio non computa parole come “no” e “non”.*
Orientando positivamente le nostre intenzioni, anche la nostra mente si attiverà in maniera efficace e produttiva verso l’obiettivo da perseguire.
4.devono essere specifiche: È bene fare chiarezza nel momento in cui abbiamo intenzione di affrontare un cambiamento nella vita e, al fine di raggiungere con determinazione l’obiettivo, è necessario essere specifici nelle richieste.
5.devono essere immaginative: È opportuno associare un’immagine quando si esprime un’affermazione. Infatti, nell’estrinsecare l’affermazione, arricchendo la stessa con una immagine, essa permetterà di raggiungere l’obiettivo in modo più determinato.
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*Piuchepuoi, Dispense ed appunti: Realizzati con la PNL Advanced, Vincenzo Fanelli, Italo Pentimalli, 2010

Antonio Nuzzachi

LO SVILUPPO PERSONALE

Il primo passo dello sviluppo personale
Il primo passo per definire in modo preciso un obiettivo, ed orientare così le proprie risorse interiori e gli strumenti adatti è “fai chiarezza dentro di te”.
Far chiarezza dentro di sé significa proiettare il proprio focus attentivo verso una meta, un bersaglio: questo permetterà di evidenziare la concretezza dell’obiettivo stesso.
Il Coachee, definendo il desiderio di gestire il proprio stress e migliorare il suo stile di vita prende anche consapevolezza del suo tempo e del suo modo di vivere, orientando la sua mente ed il suo corpo in un percorso di crescita verso il benessere.
La visione dello stesso obiettivo prende forma divenendo non più astratta, ma concreta ed ecco che, insieme al Coach, il Coachee ne definisce i tempi, cercando di quantificare il tempo in cui si desidera raggiungere lo stato di benessere ed il miglioramento della propria autostima.
La definizione del tempo permetterà di osservare i primi risultati in un arco di tempo a medio o breve termine, fino a giungere a completezza della performance in un lasso di tempo maggiore.
Il modo con cui si affrontano le piccole cose, i primi passi, determinerà il modo con cui si affronteranno le grandi cose, i grandi traguardi.
Occorre far chiarezza dentro di sé: mettere a fuoco ciò che uno si prefigge di volere, ponendo e definendo gli obiettivi in positivo (es. cosa voglio) e non sul negativo
(es.cosa non voglio).
Così facendo, orientando positivamente il pensiero verso la positività dell’obiettivo, sarà lui stesso a spingersi verso il Coachee, attraendolo.
Particolare attenzione si è data nel porre attenzione a ciò che veramente appassiona e che scaturisce entusiasmo, scrivendo su carta gli obiettivi.
Oltre a focalizzarsi sull’obiettivo, bisogna arricchire lo stesso con emozioni, creare una visione ricca di stimoli, ricordando che sono i nostri pensieri che attraggono e determinano il nostro mondo esteriore.
Forse uno dei segreti più importanti della nostra esistenza, una delle scoperte più fenomenali, è che noi diventiamo quello a cui pensiamo per la maggior parte del tempo.
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3.5 Il secondo passo dello sviluppo personale
Il secondo passo per crescere e sviluppare se stessi, e costruire una personalità di successo, è “trova e usa gli strumenti”, anche seguendo l’esempio di persone positive e di successo, prendendo spunto dal loro comportamento.
Scegliere gli strumenti, le strategie migliori è fondamentale per la realizzazione degli obiettivi.
Si può imparare un comportamento, uno stile, un atteggiamento positivo da una persona che eccelle nel suo campo (quello nel quale anche Tu vuoi eccellere).
Nella presente Tesi, un altro strumento utilizzato per la gestione dello stress ed il miglioramento dell’autostima è stato il Training Autogeno.
3.6 Il terzo passo dello sviluppo personale
Il terzo passo, fondamentale per crescere e sviluppare su stessi, per costruire una personalità di successo, è “risolvi i conflitti interiori”, le insicurezze.
Poiché dalle credenze limitanti e dai conflitti di insicurezza dentro di noi nasce e si nutre la sfiducia, la bassa autostima, l’insicurezza, alimentando così l’indecisione,
è importante domandarsi il motivo per il quale si desidera una cosa, se si possiedono tutti gli attrezzi e le strategie necessarie e il perché non si raggiunge l’obiettivo.
È importante scoprire dove siano le credenze che limitano il raggiungimento dell’obiettivo e confrontarle con i veri valori e con ciò che è veramente importante, il nostro bene.
Al termine del raggiungimento dell’obiettivo prefissato, bisogna condividere con gli altri il successo e fare in modo di trasmettere quello che si è raggiunto ed imparato ad un'altra persona o gruppo di persone, per far accrescere l’autostima.

Antonio Nuzzachi

La focalizzazione è la capacità di far convergere in un punto la nostra attenzione. Essa ha la caratteristica di permettere al Coachee di individuare i metodi e gli strumenti al fine di raggiungere l’obiettivo, senza però distogliere l’attenzione dagli equilibri della sua vita. Al fine di non lasciare un sogno solo come una buona intenzione, si aiuta il Coachee a trasformare le sue richieste ed i suoi desideri in realtà, concretizzandoli e focalizzando la sua attenzione all’obiettivo prefissato. La concentrazione assume un ruolo ben preciso nel processo di Coaching poiché essa è la capacità di focalizzare l’attenzione su di un compito, in questo caso la gestione dello stress ed il miglioramento dell’autostima, per un certo periodo di tempo, dando il giusto valore e la giusta priorità all’obiettivo stesso. I nostri pensieri creano la nostra realtà! Noi plasmiamo la nostra realtà esteriore sulla base del mondo interiore del pensiero. Questa affermazione potrebbe suonare strana per alcuni, ma, se ci soffermassimo sul nostro stile di vita, potremmo constatare come i nostri stati d’animo, il nostro modo di agire, il nostro parlare, il nostro stesso carattere, dipendano da uno stato interiore, dal nostro pensare più profondo. Noi, oggi, siamo dove i nostri pensieri ci hanno portato, dove la nostra concentrazione o focus costante si è indirizzata. La nostra concentrazione, spesso non consapevole, produce una serie di reazioni che orientano le circostanze della vita esteriore. Significa che la mente sarà portata a fare attenzione, nel mondo esteriore, alle cose su cui si è fissata interiormente. La nostra mente, focalizzandosi su una determinata cosa, produce accadimenti nel mondo esteriore che sono così orientati al suo focus. Quando piace una vettura, ad esempio, non si pensa ad altro, la si desidera così tanto che, diciamo per caso, ogni volta che si esce, si inizia a vedere solo quella. Magari prima non ci si badava, ma l’attenzione è così in linea con il nostro desiderio che “la si vede ovunque”. Ecco perché è possibile focalizzare la nostra mente, i nostri 58 pensieri, su qualcosa che si desidera intensamente ed iniziare a vederne i risultati nel mondo esteriore. Però, come per ogni cosa, bisogna crederci! Questo concetto fa parte di quel processo relativo alla creazione consapevole della realtà a partire dal nostro pensiero. Tale processo è legato al concetto della pratica ed ovviamente, soprattutto le prime volte, necessita di impegno, al fine di apprenderne i costrutti e osservarne i risultati. Un’ altra cosa importante da non dimenticare è la gratitudine. Si dovrebbe imparare ad essere grati per tutto ciò che si possiede, e in ogni momento, cercare di sforzarsi al fine di essere felici: se ognuno riuscisse ad immedesimarsi nella felicità, lei stessa ci seguirebbe, poiché lo stesso Universo la manifesterebbe in ciò che si accinge a fare. Spesso si sente una frase: “io sono così, che ci posso fare … è il mio carattere”, giustificando ogni azione dietro lo scudo dell’abitudine ad un comportamento. Il carattere di ognuno di noi è invece influenzato da ciò che pensiamo ed i pensieri interagiscono con le nostre azioni. Un carattere nobile non dipende da favori e non è legato al caso, bensì è il risultato naturale di uno sforzo continuato nel giusto pensare e l’effetto che ne produce è un nobile carattere. Se si crede che una cosa sia vera, essa ci sembrerà tale in funzione di forti convinzioni sulla realtà. Questo principio di azione psicologica nasce dal fatto che i pensieri, attraverso il sistema attivante reticolare, influenzano le percezioni e quindi i comportamenti. Una persona, orientata alla convergenza di tutte le sue risorse verso la riuscita e la realizzazione di un suo obiettivo, dovrà anche prendere in considerazione il suo dialogo interno. Tale aspetto influenzerà positivamente o negativamente i suoi risultati. Il dialogo interno comprende sia le sue credenze limitanti che quelle potenzianti, le quali porranno le basi per un percorso di crescita orientato verso il successo o meno. Quindi sarà vitale per il Coachee districarsi tra azioni interiori consapevoli e inconsapevoli, pensieri positivi e negativi, decisioni e dubbi, sistemi di pensiero orientati all’azione e intensità del coinvolgimento cognitivo. 59 Da non sottovalutare anche la formulazione delle frasi, che hanno il potere di orientare positivamente i pensieri, al fine di aumentare il senso di autoefficacia ed incrementare le sensazioni motivanti.

LA FOCALIZZAZIONE

Antonio Nuzzachi

LA MATRIX

Già dal primo colloquio e nella fase di definizione degli obiettivi è stato opportuno riconoscere e monitorare costantemente la matrix del Coachee. La matrix è costituita da due variabili, il locus of control ed il senso di autoefficacia. Il locus of control, traducibile in "luogo del controllo", è una tendenza, una variabile psicologica che indica il grado di percezione rispetto al controllo del proprio destino e degli eventi. Possiamo evidenziare due tendenze psicologiche: - il locus of control "esterno", che è utile nelle situazioni in cui l'individuo non può oggettivamente intervenire ed attribuisce prevalentemente al destino o agli "altri" il controllo di quanto accade. È una tendenza tipica delle persone che percepiscono di non aver alcun controllo sulla propria situazione di vita e che credono che gli eventi siano determinati da forze esterne come la fortuna, la sorte, l’influenza di altre persone significative e potenti; - il locus of control "interno" dove vede la persona orientata a considerare il destino come una variabile "intervenibile”, il prodotto delle proprie azioni. Considerando questa tendenza sotto un profilo psicologico ci si riferisce alle persone che credono di avere il controllo degli eventi e, in particolare, della propria vita e, in particolare, a coloro che credono di poter agire su un tale controllo sentendo che, con i loro sforzi, impegno e capacità possono determinare quanto accade loro. Queste sono definite “persone con un locus of control interno”. È importante sottolineare che con la particolare tendenza inerente al potenziale controllo degli eventi, è più facile far fronte allo stress in modo adeguato.

Antonio Nuzzachi

IL SENSO DI AUTOEFFICACIA

Antonio Nuzzachi

Il concetto di self-efficacy (autoefficacia) è definito come l'insieme di convinzioni che le persone possiedono riguardo le proprie capacità di organizzare ed eseguire azioni necessarie al raggiungimento dei propri scopi. L’autoefficacia è un fattore psicologico fondamentale nel raggiungimento di un obiettivo, in quanto ci fa riflettere sulla capacità di credere e sviluppare le nostre capacità con i nostri mezzi. Le persone che nutrono fiducia in sè stessi hanno una spinta motivazionale superiore di fronte agli ostacoli o ai momenti di particolare stress, esse manterranno viva dentro di loro l'idea di poter raggiungere la meta come previsto e non avranno un atteggiamento di rinuncia di fronte ad una situazione che causa stress e carico tensivo. Le convinzioni di efficacia hanno origine da quattro fonti principali: 1) le esperienze di gestione efficace, sperimentando il successo, favorisce l'acquisizione di autoefficacia; 2) l'esperienza fornita dall'osservazione di modelli, vedere persone simili a sè che raggiungono gli obiettivi perseverando, incrementa la convinzione di poter riuscire; 3) la persuasione è il mezzo che consolida convincimento di possedere le qualità necessarie per riuscire. Le persone convinte di avere abilità e capacità per realizzare il loro obiettivo reggono meglio l'impegno prolungato rispetto a quelle che dubitano di sè stesse; 4) gli stati emotivi e fisiologici: lo stress, la tensione, l'indebolimento fisico, vengono interpretati come segnali di possibile insuccesso. Un buon livello di energia è il combustibile indispensabile per perseverare nel raggiungimento degli obiettivi, compreso il sonno e le regole per dormire meglio. Chi si considera efficace attribuisce gli insuccessi ad un impegno insufficiente o a circostanze difficili; chi si considera inefficace, tende ad attribuire il fallimento alla propria personale incapacità. Il senso di autoefficacia è influenzato anche dall’ambiente in cui una persona vive. 61 La stima di sé può determinare le attività che intraprendono e gli ambiti ai quali la persona sceglie di accedere e, in questo modo, ciascuno modella il proprio destino anche evitando quegli ambienti che considera al di là delle proprie capacità di gestione. È bene non confondere le convinzioni di autoefficacia con l’essere presuntuosi, poiché esse sono il prodotto di un processo di auto-persuasione complesso che si basa sulla raccolta di esperienze e risultati elaborati durante i processi di azione o dall’influenza di altre persone. Training Coach : Consulente Coachee : Cliente Di seguito un elenco di domande e relative risposte poste al Coachee per individuare un basso senso di autoefficacia. Coach: “Adesso ti chiedo di compilare un semplice questionario, per comprendere meglio il senso di autoefficacia”. Coach: Pensi di rinunciare spesso davanti ad una difficoltà? Coachee: !!! Coach: Il tuo umore spesso è positivo o negativo? Coachee: !!! Coach: Come è il tuo livello di energia psico-fisica? Coachee: !!! Coach: Come è il tuo livello di autostima? Coachee: !!! Coach: Come affronti i vari pericoli della vita? Coachee: !!! Coach: Vivi in modo debilitante le varie situazioni della vita? Coachee: !!! Coach: Come è orientato il tuo dialogo interno? Positivamente o negativamente? Coachee: !!! Coach: Pensi di essere inadeguato e limitato riguardo al raggiungimento di un obiettivo e alle risorse che possiedi? Coachee: !!! 62 Di seguito un elenco di domande e risposte poste al Coachee per individuare un alto senso di autoefficacia. Coach: Sei convinto di avere le capacità per affrontare le situazioni che ti capitano? Coachee: !!! Coach: Hai persone accanto che stimi e osservi riguardo il raggiungimento con successo di obiettivi? Coachee: !!! Coach: Il tuo umore è positivo davanti gli eventi della vita? Coachee: !!! Coach: Hai un livello alto di energia psico- fisica? Coachee: !!! Coach: Come definiresti il tuo livello di autostima? Coachee: !!! Coach: Le tue credenze riguardo il successo sono positive e persuasive nei tuoi confronti? Coachee: !!! Coach: I tuoi obiettivi sono ben formati? Coachee: !!! Coach: Sei soddisfatto dei successi da te raggiunti? Coachee: !!! Coach: Hai fiducia e stima di te e delle tue capacita? Coachee: !!! Coach: Pensi di affrontare con successo i vari pericoli della vita? Coachee: !!! __________________________________________________________________________________ *Skills esempio tratte da: Antonio Nuzzachi - Coaching Work (Il Coaching nella gestione dello stress ed il miglioramento dell’autostima)- CUI, Centro Universitario Internazionale, Professional Certificate in Coaching – Unità didattiche, EBooks,

MIGLIORARE

L'AUTOSTIMA

Antonio Nuzzachi

L’autostima ha delle ripercussioni su tre importanti aspetti della vita che sono: il proprio modo di presentarsi agli altri, la facilità con cui si passa all’azione per realizzare i propri obiettivi ed il modo di reagire a successi e insuccessi della vita. È fondamentale essere consapevoli del fatto che la stima che abbiamo di noi stessi influenza il nostro comportamento e la nostra efficienza sul lavoro e questi, a loro volta, influenzano i risultati che otteniamo in ogni ambito della vita. Pertanto, la stima che abbiamo di noi stessi influenza e determina i risultati che otteniamo. L’utilizzo di frasi negative, tende a farci focalizzare maggiormente su ciò che si vuole evitare e non su ciò che si vorrebbe raggiungere. È importante comunicare con noi stessi, valutando attentamente le parole che si utilizzano: occorre imparare a parlare a noi stessi in modo affermativo e positivo, utilizzando un linguaggio che possa supportare l’obiettivo da raggiungere. Occorre esercitarsi a mettere in pratica alcune tecniche per migliorare il nostro atteggiamento, imparando a sorridere degli eventi senza prendere troppo sul serio la vita. Quando la situazione diventa troppo pesante, è fruttuoso utilizzare il senso dello humour ed esporre l’aspetto divertente della circostanza. Oppure focalizzarsi sugli aspetti positivi e mantenendo ai margini quelli negativi, concentrandosi sugli elementi favorevoli: si avrà meno tempo per pensare a quelli sfavorevoli. Quando ci si sbaglia, servirebbe prendersi del tempo per smaltire rabbia e delusione e poi riprovarci: fallire fa parte del normale corso delle cose. Si semplifica la vita non prendendo impegni irrilevanti, creandosi momenti di svago e non procrastinare le cose importanti, oppure portando a termine relazioni interpersonali negative, anche se si tratta di amici “storici”. Altri aspetti da ricordare possono essere l’affrontare sfide e cambiamenti come opportunità di miglioramento, diventando responsabili delle nostre azioni. Migliorare il nostro aspetto e il nostro benessere fisico contribuirà a dare una spinta positiva al nostro atteggiamento, magari acquistando vestiti eleganti (meglio uno buono che 4 scadenti !!), andare a correre … Studiare e prepararsi prima di affrontare una sfida, o un’attività, aumenterà il tuo senso di controllo della situazione.

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La motivazione
Il termine che racchiude in se il nocciolo fertile del nostro agire, il nostro muoverci verso un cambiamento e un miglioramento e va intesa come un solido caposaldo nella vita di ognuno di noi, è la parola “motivazione”.
Essa è intesa anche come quell’energia che ci permette di diventare come realmente siamo. E’ formata da due parole: “motivo” e “azione”. L’azione, infatti, nasce da un motivo, da una potente domanda che permetterà di avere come risposta il perché vogliamo ottenere una cosa e raggiungere la meta prefissata.
La motivazione nasce da una serie complessa di elementi: le condizioni ambientali, il contesto familiare, la visione che abbiamo di noi stessi e della realtà circostante, la capacità di reagire o meno agli insuccessi...
Questa “spinta interiore” permette di convergere tutte le nostre energie verso il conseguimento della nostra felicità e pone le proprie radici in una condizione mentale le cui caratteristiche sono: la positività, la curiosità nel riscoprire strumenti sempre nuovi per potersi mettere in gioco e la forza visiva che ci orienta verso il successo.
La positività, come è possibile notare, è la caratteristica primaria, poiché in essa alberga in nostro modo di pensare ed è matrice del nostro agire.
L’obiettivo
In ognuno di noi sono latenti dei forti desideri, che non devono essere intesi come dei capricci da realizzare, ma rappresentano invece degli obiettivi concreti, la cui realizzazione permetterebbe alla nostra intera esistenza di svilupparsi e di crescere sia sotto il profilo pratico sia sotto quello spirituale.
Realizzare un obiettivo, però, a volte non è così semplice, poiché siamo influenzati costantemente dalle persone che ci sono accanto e da quelle che ci circondano al lavoro, o nei luoghi che frequentiamo, i fatti che accadono nel mondo, che incrementano la negatività.
 

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L’insicurezza “Condizione che non offre sufficienti garanzie di stabilità o di incolumità. Abituale mancanza di fiducia in sé stesso, nelle proprie capacità, che si traduce in un'evidente irresolutezza di atteggiamenti o comportamenti”.*
L’insicurezza è come possedere uno scrigno d’oro, ricco di pietre preziose e lasciarlo nascosto sotto terra.
L’insicurezza è un fattore positivo!
Che strano iniziare questo capitolo associando la parola “positività” ad uno stato d’animo che, in realtà, sembra crearci solo problemi e disagi, sia dentro di noi che all’esterno con gli altri.
Non dobbiamo tralasciare il fatto che questo stato d’animo crei, nella persona, un terreno dove cresce la sfiducia nelle proprie capacità ed un senso di inadeguatezza, o addirittura di inferiorità.
Da sottolineare come la timidezza sia parte integrante dell’insicurezza: diciamo pure che l’una tiene per mano l’altra. La carenza di fiducia in se stessi causa diversi limiti come la paura di agire, di mettersi in gioco, di prendere decisioni, di esprimere le proprie idee, di muoversi, influenzando così la sfera professionale, relazionale e, addirittura, posturale.
Come un quadro che prende lentamente forme e colori, riusciamo a scorgere, forse non così in lontananza, un altro fattore importantissimo che dona una forte tonalità al disegno stesso: l’autostima.
Essa imprime, come un pennello, più o meno forza ai colori nel nostro quadro; ma la mano che la muove è guidata da un altro importantissimo elemento, del quale spesso non siamo molto consapevoli, esso è alla base stessa del nostro agire, del nostro essere: il pensiero.
Se prestassimo attenzione ai nostri pensieri, potemmo divenire consapevoli dello straordinario potere che essi hanno nel plasmare la nostra vita, il nostro agire e il nostro essere.
*Tratto dal sito: www.treccani.it

Ora che il quadro inizia ad essere più nitido, a prendere forma, notiamo come l’insicurezza sia una risorsa alla quale attingere e che “potrebbe” essere motivo per trovare quegli strumenti e quelle strategie che attuino un cambiamento nella nostra vita, ma ancora non basta.
Dobbiamo divenire consapevoli del fatto che un cambiamento può avvenire se siamo orientati a considerare il destino come una variabile dove intervenire, cioè il prodotto delle proprie azioni.
Considerando questa tendenza sotto un profilo psicologic,o ci si riferisce all’insieme di credenze che abbiamo sul controllo degli eventi che capitano attorno a noi; in particolare, crediamo di poter avere un controllo sugli eventi e consideriamo come, attraverso la nostra determinazione, unita alle nostre capacità, possiamo determinare quanto accade attorno a noi.
Il concetto di self-efficacy (autoefficacia), è definito come l'insieme di convinzioni che ognuno di noi possiede riguardo le proprie capacità di organizzare ed eseguire azioni necessarie al raggiungimento dei propri scopi.
L’autoefficacia è un fattore psicologico fondamentale nel raggiungimento di un obiettivo, in quanto ci fa riflettere sulla capacità di credere e sviluppare le nostre capacità con i nostri mezzi.
Le persone che nutrono fiducia in se stessi hanno una spinta motivazionale superiore di fronte agli ostacoli, o a momenti di particolare tensione, esse manterranno viva dentro di loro l'idea di poter raggiungere la meta come previsto e non avranno un atteggiamento di rinuncia di fronte ad una situazione che causa stress e carico tensivo, anzi, conoscono gli strumenti e le strategie per poter gestire al meglio alti livelli di “aurosal”.
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Chi si considera efficace attribuisce gli insuccessi ad un impegno insufficiente o a circostanze difficili; chi si considera inefficace tende ad attribuire il fallimento alla propria personale incapacità.
Il senso di autoefficacia è influenzato anche dall’ambiente in cui una persona vive. La stima di sé può determinare le attività che si intraprendono e gli ambiti ai quali si sceglie di accedere: in questo modo ciascuno modella il proprio destino, anche evitando quegli ambienti che considera al di là delle proprie capacità di gestione.
È bene non confondere l’essere presuntuosi con le convinzioni di autoefficacia: queste ultime, infatti, sono il prodotto di un procedimento di auto-persuasione complesso, che si basa sulla raccolta di esperienze e risultati elaborati durante i processi di azione o dall’influenza di altre persone.
Il lettore scoprirà come valorizzare le sue risorse e rendere ancora più evidenti le verità insite in lui.
Si attuerà in un cambiamento attraverso un cammino, nel quale riscoprire le risposte che già si possiedono, al fine di orientare al meglio il suo percorso di crescita, così da avere una maggior chiarezza delle proprie risorse e capacità.
Si sentirà anche un sostegno, inteso come metodo per renderlo consapevole delle potenzialità e degli eventuali ostacoli che si dovessero incontrare durante il percorso, in modo da poterli affrontare con gli strumenti adeguati, con la giusta passione e determinazione.
Un sostegno motivazionale e positivo, quindi, con lo scopo di affrontare eventuali paure e scarsi livelli di autostima.
E per ultimo, non certo per importanza, la sfida che il lettore si prepara ad affrontare nel riscoprire le proprie ambizioni, avendo nuovi stimoli e diventando consapevole delle proprie risorse e capacità.
Attraverso le nostre credenze, poniamo le basi per formare il nostro agire.
Se pensiamo di farcela avremo ragione, ma se pensiamo di non farcela
avremo comunque ragione.

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LA MOTIVAZIONE

Antonio Nuzzachi

L'INSICUREZZA

Antonio Nuzzachi