INTERVISTE

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©2022 di WRITERFORLIFESTYLE. Creato con Flazio.com

Ideatore : ANTONIO NUZZACHI - SETTIMO TORINESE (TO)

 

writerforlifestyle@gmail.com

 

Luogo di incontro per appassionati Divulgatori del Benessere&LifeStyle

  “La conoscenza si muove lungo il nastro delle emozioni.”

“gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo”

Mail:     writerforlifestyle@gmail.com

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VIDEO/AUDIO PER LA MENTE

In questa sessione, troverai una selezione di video e audio dedicati al benessere della mente, pensati per aiutarti a rilassarti, meditare e migliorare il lifestyle.

      ARTICOLI

La consapevolezza
In una società che va sempre di corsa, in un mondo così social ed allo stesso tempo così individualista, parlare di consapevolezza risuona un po’ strano.
Forse è proprio in questo particolare periodo storico, che la nostra consapevolezza sul nostro ed altrui agire nei confronti della vita, dovrebbe far emergere la necessità di un cambiamento globale.
Non è semplice, come nessuna azione di coraggio lo è, ma ognuno di noi ha una missione nella vita per lasciare, lungo il cammino, le orme del nostro continuo crescere.
Apprezzare il “qui ed ora”, vivere a pieno l’attimo in cui siamo, sono solo alcuni esempi che abbiamo per iniziare un cammino che porta alla consapevolezza, ma non va intesa come una forma statica di azione, bensì parte attiva nel processo di cambiamento.
È proprio in questa attività che il cliente prende coscienza della propria vita ed orienta tutte le sue forze, capacità e risorse, attraverso un allenamento di vita che definiremo, da adesso, “training”.
Impegno, dedizione, passione per questa forma di crescita apporterà un miglioramento del profilo psicofisico del cliente incrementandone l’autostima che trae origine dal senso di autoefficacia.
Il cliente otterrà un feedback positivo attraverso i risultati ottenuti in questo processo, divenendo consapevole delle straordinarie capacità di adattamento insite in lui. Si evince come un Consulente del Benessere abbia si un ruolo importante durante il percorso di crescita del cliente, ma non fondamentale, in quanto si potrebbe definire come “facilitatore” del processo attraverso conoscenze specifiche dell’argomento ed “esperto/specialista” del cambiamento.
Il metodo di approccio del consulente del benessere ricorda quello della maieutica socratica dal greco maieutiké (sottinteso: téchne), significa "arte della levatric

LA CONSAPEVOLEZZA

Antonio Nuzzachi

L’autostima ha delle ripercussioni su tre importanti aspetti della vita che sono: il proprio modo di presentarsi agli altri, la facilità con cui si passa all’azione per realizzare i propri obiettivi ed il modo di reagire a successi e insuccessi della vita.È fondamentale essere consapevoli del fatto che la stima che abbiamo di noi stessi influenza il nostro comportamento e la nostra efficienza sul lavoro e questi, a loro volta, influenzano i risultati che otteniamo in ogni ambito della vita. Pertanto, la stima che abbiamo di noi stessi influenza e determina i risultati che otteniamo.L’utilizzo di frasi negative, tende a farci focalizzare maggiormente su ciò che si vuole evitare e non su ciò che si vorrebbe raggiungere. È importante comunicare con noi stessi, valutando attentamente le parole che si utilizzano: occorre imparare a parlare a noi stessi in modo affermativo e positivo, utilizzando un linguaggio che possa supportare l’obiettivo da raggiungere.Occorre esercitarsi a mettere in pratica alcune tecniche per migliorare il nostro atteggiamento, imparando a sorridere degli eventi senza prendere troppo sul serio la vita. Quando la situazione diventa troppo pesante, è fruttuoso utilizzare il senso dello humour ed esporre l’aspetto divertente della circostanza. Oppure focalizzarsi sugli aspetti positivi e mantenendo ai margini quelli negativi, concentrandosi sugli elementi favorevoli: si avrà meno tempo per pensare a quelli sfavorevoli.Quando ci si sbaglia, servirebbe prendersi del tempo per smaltire rabbia e delusione e poi riprovarci: fallire fa parte del normale corso delle cose.Si semplifica la vita non prendendo impegni irrilevanti, creandosi momenti di svago e non procrastinare le cose importanti, oppure portando a termine relazioni interpersonali negative, anche se si tratta di amici “storici”. Altri aspetti da ricordare possono essere l’affrontare sfide e cambiamenti come opportunità di miglioramento, diventando responsabili delle nostre azioni.Migliorare il nostro aspetto e il nostro benessere fisico contribuirà a dare una spinta positiva al nostro atteggiamento, magari acquistando vestiti eleganti (meglio uno buono che 4 scadenti !!), andare a correre …Studiare e prepararsi prima di affrontare una sfida, o un’attività, aumenterà il tuo senso di controllo della situazione.

MIGLIORARE L'AUTOSTIMA

Antonio Nuzzachi

Gustare la vita
Le nostre giornate scorrono tra tanti impegni lasciando poco spazio, a volte nulla, alla possibilità di “gustare la vita”.
Cosa vuol dire “gustare”? Significa soffermarsi, essere consapevoli dell’attimo in cui si vive: vivere il nostro tempo ora, nel momento presente, e questo comporta vivere in modo attivo ogni cosa che facciamo.
Questo atteggiamento permetterà di aumentare la nostra concentrazione su ciò che stiamo facendo, godere delle persone che abbiamo accanto e intravedere i lati positivi che ci trasmettono, meravigliarci della bellezza che la natura ci offre, sfruttare al meglio le occasioni che si presentano e renderci attivi alle stesse.
Apprezzare e gustare ogni momento del “qui ed ora”, permetterà di essere consapevoli anche di ciò che avviene attorno a noi ed attuare quei meccanismi che consentiranno di orientare la vita assaporandone ogni momento in positivo.
Assaporiamo quello che c’è ora e prendiamo coscienza
di ogni opportunità che la vita ci offre.
La società occidentale segue in maniera ossessiva il denaro, credendo che questo sia l’unico fattore per un futuro felice, dimenticando di vivere il presente, l’attimo che fugge, e godere a pieno dei singoli momenti.
Ogni istante della nostra vita è unico, come unici siamo noi e unica e divina è la nostra vita: gustiamola!
“Gustare” è un verbo che va letto anche nel suo significato più “vero”: quello legato all’alimentazione.
Il nostro modo di alimentarci, infatti, ricopre un ruolo fondamentale nella vita di ogni persona e ne influenza l’equilibrio psico-fisico.
Quante volte abbiamo sentito la frase: “noi siamo anche quello che mangiamo!”
Avere consapevolezza di quello che mangiamo e soprattutto di come lo mangiamo è importante poiché permette, a noi stessi, di scegliere il cibo ai fini della qualità nutritiva e di gustarlo in modo adeguato.
La nostra società, improntata sull’abbondanza e sullo spreco, si discosta molto dal senso di consapevolezza che ognuno di noi dovrebbe avere, anche nei confronti del cibo. La fretta a cui siamo spesso sottoposti ha influenzato anche il nostro modo di
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mangiare, a tal punto che non consideriamo neanche il tempo necessario per alimentarci. I fast-food, e altri sistemi di alimentazione, hanno modificato le abitudini alimentari ed i rituali ad esse collegati, e questo è deleterio per la nostra energia. Non dimentichiamo che il cibo permette all’uomo di conoscersi meglio.
Ascoltare il senso di fame permette di entrare in contatto con noi stessi, con il nostro stomaco.
Quante volte ci siamo sentiti ripetere che è necessario masticare bene, questo perché la digestione inizia in bocca.
È all’interno del cavo orale, per opera dei denti, della saliva e della masticazione, che avviene la prima fase digestiva.
Mangiare lentamente e masticare più volte aiuta non soltanto la digestione, ma anche la linea, poiché gustare bene, con una masticazione lenta, contribuisce a restare magri, aumentando il senso di sazietà.
Masticare lentamente aiuta ad assimilare meglio gli alimenti e permettere alla lingua di percepirne tutti i gusti; al contrario, mangiare velocemente, può compromettere la digestione.
L’ambiente in cui mangiamo, influenza il nostro modo di percepire il gusto. Ecco perché è importante un ambiente confortevole, piacevole sia alla vista che al gusto stesso. Anche il giusto tempo è importante. Ricordiamo che non è necessario rimanere a tavola per ore e ore ma vi sono piccole accortezze dal grande significato, come per esempio concedersi il giusto tempo per assaporare il cibo, guardare il cibo con positività e gioia, mangiare quanto serve e non per obbligo, dare importanza al colore, sapore, odore del cibo e gustarlo in tutti i suoi aspetti.
Condividere con i commensali i nostri gusti e le nostre emozioni, imparare a cucinare e apprezzare le proprie capacità culinarie, aggiungendo l’ingrediente della passione.
Ricordiamo che Il momento del pasto è un momento ricco di energia nel quale si carica il corpo e … lo spirito.

GUSTARE LA VITA

Antonio Nuzzachi

Le malattie psicosomatiche*
Negli ultimi tempi si sente parlare, spesso, di malattie psicosomatiche.
Queste hanno sensibilizzato, e “rinnovato”, il concetto erroneamente separatista di psiche e soma, entrambi correlati e dipendenti tra loro nella visione olistica.
Vi sono frequenti disturbi psichici, ad esempio, nelle gravi affezioni renali (nefropatie), le quali creano una forma di tossicità con conseguente accumulo di sostanze azotate nel sangue e generano forme di psicosi confusionali-neuroastenico-depressivo.
Nelle malattie del fegato (epatopatie) è possibile riscontrare forme di agitazione psicomotoria e forme confusionali mentre, in quelle ematiche, ad esempio l’anemia perniciosa, non è raro imbattersi in disturbi neuroastinici.
In presenza di carenze metaboliche, riscopriamo il diabete e la pellagra, la “malattia da fame”. Non volendo trattare le stesse sotto un aspetto allopatico, ma semplicemente divulgativo.

PSICOSOMATICA

Antonio Nuzzachi

LA PSICOBIOTICA

“La psicobiotica è una disciplina, attinente alle neuroscienze, che si occupa di valutare l'influenza del microbioma intestinale su alcune funzioni cerebrali. La psicobiotica è stata accolta in Italia, per la prima volta in un contesto ufficiale, durante il 47º Congresso della Società italiana di Psichiatria (SIP) a Giardini Naxos dal neuroscienziato John F. Cryan, dell’University College di Cork, Irlanda. Secondo la psicobiotica esisterebbe un rapporto tra i microorganismi che compongono il microbioma intestinale, un tempo chiamato "flora batterica", ed alcuni disturbi mentali, come la depressione, l'ansia, la schizofrenia e l'autismo. Il microbioma agirebbe sul tessuto nervoso del cervello attraverso vari canali: sfruttando connessioni neurali vere e proprie, tramite il nervo vago, mediante la produzione locale di neuromediatori e per mezzo di altri fattori che potrebbero modulare sia il sistema immunitario sia quello ormonale. Sebbene validazioni scientifiche siano ancora necessarie per trasferire il modello animale sull'uomo, negli ultimi anni si sono moltiplicate le pubblicazioni scientifiche sull'argomento”.* Il nostro organismo è sottoposto a continui adattamenti omeostatici alla vita frenetica alterando, spesso, l’equilibrio psico-fisico e generando forme di malessere comunemente definibili con il termine “stress”. Nel sistema gastro-intestinale, tra gli organi sensibili ai cambiamenti fisiologici, risiedono enormi quantità di microrganismi che vivono all’interno del nostro intestino chiamati “microbiota”, conosciuti anche come “flora intestinale”, aventi una funzione protettiva per il nostro organismo. Il microbiota intestinale è coinvolto non soltanto nel corretto funzionamento dei processi digestivi, ma anche in quelli cognitivi ed emozionali attraverso complesse segnalazione biochimiche tra l’asse intestino-cervello. La struttura del microbiota, inoltre, è strettamente correlata a fattori di età e ad abitudini alimentari, oltre che a farmaci come terapie antibiotiche in corso.____________________________________________________________________*Testo tratto dal sito: www.wikipedia.org.115I mocrorganismi detti “simbionti”, sono presenti già al momento della nascita e proliferano grazie all’assunzione del latte materno, il quale é composto da molecole che sviluppano il microbiota intestinale dove alcuni microrganismi si nutrono degli stessi zuccheri presenti nel latte. È importante che il nostro organismo mantenga un livello omeostatico tale da garantire l’equilibrio della flora batterica intestinale ma, purtroppo, lo stress al quale spesso siamo sottoposti, non garantisce questo stato e si incorre in casi di alterazione della flora stessa, che si manifesta sotto forma di sindrome da colon irritabile. Lo stress è causa di stati infiammatori che, se prolungati, alterano il microbiota intestinale attivando il sistema immunitario e, se protratto nel tempo, potrebbero causare danni all’intero organismo interagendo non soltanto con il benessere fisico, ma anche psicologico. ____________________________________________________________________Questo complesso sistema di interazione tra intestino e cervello, causa un maggiore sensibilità al dolore viscerale e, di conseguenza, maggiore irritabilità e scompensi emotivi. Il nervo vago assume una valenza di primo piano tra le comunicazioni microbiota-sistema nervoso, rientrando in stretta correlazione tra i processi digestivi ed il riposo. Studi recenti sul microbiota intestinale, hanno evidenziato lo stretto legame con gli stati d’animo e più propriamente: i “Lactobacillus reuteri” portano ad una inversione dei deficit sociali e i “Lactobacillus helveticus R0052” migliorano eventuali disagi psicologici. Pertanto stati d’ansia e stati stressogeni sono strettamente e finemente correlati con il microbiota intestinale, evidenziando come l’utilizzo appropriato di determinati componenti nella dieta e miscele probiotiche siano in grado di influenzare anche il nostro atteggiamento. La psicobiotica tratta il rapporto tra la nostra mente ed il microbiota intestinale, partecipando attivamente alla regolazione di svariati processi fisiologici, tra i quali immunomodulazione, adiposità e bilancio energetico, nonché l’attività del sistema nervoso intestinale.

Antonio Nuzzachi

IL COMPORTAMENTO UMANO

Definizione*
La parola “comportamento” tende ad indicare l’atteggiamento degli individui nei confronti dell’ambiente, cioè il modo di agire nei confronti delle differenti situazioni ambientali. Per ambiente intendiamo non solo quello esterno, ma anche il rapporto e l’atteggiamento con il nostro stato interiore.
La società influenza questo atteggiamento, il quale si adatta alle regole e alle forme educative che ne influenzano il comportamento, educando la persona.
Anche il comportamento alimentare, pertanto, viene influenzato dai vari contesti sociali ed educativi; la persona si comporta in determinati modi rispondendo alle percezioni interne, che sono anche generate da situazioni esterne.
Stress e vita frenetica, provocano stati d’animo che influenzano anche il nostro modo di alimentarci per soddisfare, spesso, disagi e forme d’ansia somatizzate; da qui, emergono le differenti forme comportamentali: razionali ed istintive.
Il comportamento razionale è regolato dall’uso consapevole della ragione, mentre quello istintivo è il risultato di numerose risposte che traggono origine da differenti aree del sistema nervoso, difficilmente associabili ad una unica zona.
L’ipotalamo, tuttavia, assume un’importanza rilevante in quanto, in questa zona, molti studi hanno evidenziato una modificazione del comportamento, attraverso la stimolazione, e come alcune risposte comportamentali istintive, si orientino verso determinate direzioni. Il rapporto esistente tra ipotalamo e comportamento è evidenziato dal fatto che, quest’ultimo, presenta una stretta correlazione tra le funzioni di contrazione con altre parti dell’organismo.
Molte altre funzioni rientrano in forte dipendenza con l’ipotalamo come il sonno, le emozioni e i bisogni alimentari. Questi ultimi evidenziano istinti che inducono l’individuo a procurarsi cibo od acqua, a seconda del bisogno di sete o di fame; l’ipotalamo, inoltre, rappresenta la zona di integrazione tra sistema nervoso ed endocrino in quanto, attraverso la liberazione di ormoni ipofisari, anche i pensieri vengono elaborati dai centri nervosi superiori e tradotti da reazioni dell’organismo.
I centri ipotalamici se vengono stimolati o distrutti, modificano gli istinti ed il comportamento, alterando l’atteggiamento dell’individuo. *Testo tratto dagli appunti: Guida medica (XII), Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1964

Antonio Nuzzachi

L’insicurezza “Condizione che non offre sufficienti garanzie di stabilità o di incolumità. Abituale mancanza di fiducia in sé stesso, nelle proprie capacità, che si traduce in un'evidente irresolutezza di atteggiamenti o comportamenti”.*
L’insicurezza è come possedere uno scrigno d’oro, ricco di pietre preziose e lasciarlo nascosto sotto terra.
L’insicurezza è un fattore positivo!
Che strano iniziare questo capitolo associando la parola “positività” ad uno stato d’animo che, in realtà, sembra crearci solo problemi e disagi, sia dentro di noi che all’esterno con gli altri.
Non dobbiamo tralasciare il fatto che questo stato d’animo crei, nella persona, un terreno dove cresce la sfiducia nelle proprie capacità ed un senso di inadeguatezza, o addirittura di inferiorità.
Da sottolineare come la timidezza sia parte integrante dell’insicurezza: diciamo pure che l’una tiene per mano l’altra. La carenza di fiducia in se stessi causa diversi limiti come la paura di agire, di mettersi in gioco, di prendere decisioni, di esprimere le proprie idee, di muoversi, influenzando così la sfera professionale, relazionale e, addirittura, posturale.
Come un quadro che prende lentamente forme e colori, riusciamo a scorgere, forse non così in lontananza, un altro fattore importantissimo che dona una forte tonalità al disegno stesso: l’autostima.
Essa imprime, come un pennello, più o meno forza ai colori nel nostro quadro; ma la mano che la muove è guidata da un altro importantissimo elemento, del quale spesso non siamo molto consapevoli, esso è alla base stessa del nostro agire, del nostro essere: il pensiero.
Se prestassimo attenzione ai nostri pensieri, potemmo divenire consapevoli dello straordinario potere che essi hanno nel plasmare la nostra vita, il nostro agire e il nostro essere.
*Tratto dal sito: www.treccani.it

Ora che il quadro inizia ad essere più nitido, a prendere forma, notiamo come l’insicurezza sia una risorsa alla quale attingere e che “potrebbe” essere motivo per trovare quegli strumenti e quelle strategie che attuino un cambiamento nella nostra vita, ma ancora non basta.
Dobbiamo divenire consapevoli del fatto che un cambiamento può avvenire se siamo orientati a considerare il destino come una variabile dove intervenire, cioè il prodotto delle proprie azioni.
Considerando questa tendenza sotto un profilo psicologic,o ci si riferisce all’insieme di credenze che abbiamo sul controllo degli eventi che capitano attorno a noi; in particolare, crediamo di poter avere un controllo sugli eventi e consideriamo come, attraverso la nostra determinazione, unita alle nostre capacità, possiamo determinare quanto accade attorno a noi.
Il concetto di self-efficacy (autoefficacia), è definito come l'insieme di convinzioni che ognuno di noi possiede riguardo le proprie capacità di organizzare ed eseguire azioni necessarie al raggiungimento dei propri scopi.
L’autoefficacia è un fattore psicologico fondamentale nel raggiungimento di un obiettivo, in quanto ci fa riflettere sulla capacità di credere e sviluppare le nostre capacità con i nostri mezzi.
Le persone che nutrono fiducia in se stessi hanno una spinta motivazionale superiore di fronte agli ostacoli, o a momenti di particolare tensione, esse manterranno viva dentro di loro l'idea di poter raggiungere la meta come previsto e non avranno un atteggiamento di rinuncia di fronte ad una situazione che causa stress e carico tensivo, anzi, conoscono gli strumenti e le strategie per poter gestire al meglio alti livelli di “aurosal”.
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Chi si considera efficace attribuisce gli insuccessi ad un impegno insufficiente o a circostanze difficili; chi si considera inefficace tende ad attribuire il fallimento alla propria personale incapacità.
Il senso di autoefficacia è influenzato anche dall’ambiente in cui una persona vive. La stima di sé può determinare le attività che si intraprendono e gli ambiti ai quali si sceglie di accedere: in questo modo ciascuno modella il proprio destino, anche evitando quegli ambienti che considera al di là delle proprie capacità di gestione.
È bene non confondere l’essere presuntuosi con le convinzioni di autoefficacia: queste ultime, infatti, sono il prodotto di un procedimento di auto-persuasione complesso, che si basa sulla raccolta di esperienze e risultati elaborati durante i processi di azione o dall’influenza di altre persone.
Il lettore scoprirà come valorizzare le sue risorse e rendere ancora più evidenti le verità insite in lui.
Si attuerà in un cambiamento attraverso un cammino, nel quale riscoprire le risposte che già si possiedono, al fine di orientare al meglio il suo percorso di crescita, così da avere una maggior chiarezza delle proprie risorse e capacità.
Si sentirà anche un sostegno, inteso come metodo per renderlo consapevole delle potenzialità e degli eventuali ostacoli che si dovessero incontrare durante il percorso, in modo da poterli affrontare con gli strumenti adeguati, con la giusta passione e determinazione.
Un sostegno motivazionale e positivo, quindi, con lo scopo di affrontare eventuali paure e scarsi livelli di autostima.
E per ultimo, non certo per importanza, la sfida che il lettore si prepara ad affrontare nel riscoprire le proprie ambizioni, avendo nuovi stimoli e diventando consapevole delle proprie risorse e capacità.
Attraverso le nostre credenze, poniamo le basi per formare il nostro agire.
Se pensiamo di farcela avremo ragione, ma se pensiamo di non farcela
avremo comunque ragione.

L'INSICUREZZA

Antonio Nuzzachi

LE CREDENZE LIMITANTI

Le credenze limitanti
Nei periodi di sconforto, incertezza e paura, la nostra capacità di reagire e la nostra autostima sono spesso duramente messi alla prova
È proprio in questi momenti che la nostra capacità di ripresa deve emergere e svilupparsi, acquisendo la consapevolezza che la forza per superare i momenti difficili della vita si trova nella fiducia che abbiamo in noi stessi. Siamo noi, con le nostre risorse, fisiche, mentali, con le nostre credenze, a possedere la capacità di invertire e migliorare la nostra realtà, proprio come, a volte, siamo noi stessi a soffocare la nostra creatività, la nostra forza positiva.
Ognuno di noi ha il potere di cambiare e progredire, ma dobbiamo riscoprire la luce della positività che illumina la nostra anima e credere in noi, nelle nostre potenzialità, focalizzandoci sulle convinzioni potenzianti.
Cominciamo ad amarci, a credere nella nostra unicità e apprezzandoci senza smettere di tendere ad ulteriori miglioramenti.
Per attivare la nostra positività è necessario “vedere” la vita da un’altra prospettiva e trarre da ogni situazione, da ogni istante, l’aspetto positivo, luminoso, iniziando dal mattino appena svegli e finendo alla sera, prima di addormentarci.
Abituiamoci ad indirizzare positivamente i nostri pensieri, esaltando le nostre qualità ed i momenti felici della giornata. Amplificando la nostra attitudine ad essere positivi e iniziando ad amarci inizieremo ad attrarre amore e stima per noi stessi, trasmettendoli anche agli altri.
Molti sono convinti che agire per cercare di migliorare le cose non apporti benefici; tale atteggiamento, invece, è poco incline al cambiamento e causa un ristagno mentale, perché vi è la convinzione di non poter controllare gli eventi esterni.
Questa è una propensione tipica delle persone che riconoscono di non aver alcuna potere sulla propria condizione di vita, convinti che gli eventi siano determinati dalla fortuna o meno e perciò fuori dal loro controllo. Vi sono persone che, viceversa, sono orientate a considerare il destino come una variabile sulla quale è possibile intervenire, ovvero il prodotto delle proprie azioni. Esse vengono definite “persone con un locus of control interno” dato che pensano di poter esercitare il controllo sugli eventi, attraverso il loro impegno e le proprie capacità.
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L’attitudine mentale di vedere le cose in modo favorevole farà fiorire in noi una vita nuova, ricca di emozioni positive e di avvenimenti concreti.
Bisognerebbe sforzarci di cercare in noi la parte più luminosa, più propensa all’ottimismo e per fare questo dovremmo associare alla nostra nuova persona tutte le caratteristiche emozionali, visualizzandoci in modo più sereno, felice, amorevole e scoprendo come, nella realtà, i nostri pensieri, le nostre emozioni,il nostro sentirci positivi si personificheranno nel nostro essere, assaporandone tutte le qualità ed il benessere.
Il nostro carattere si forma nell'ambiente in cui si sviluppa la nostra infanzia, così come le nostre convinzioni più profonde e quindi, da adulti, tendiamo a ricrearci attorno quell’ambiente, trattandoci un po’ come facevano con noi i nostri genitori, compresi elogi e rimproveri.
Anche le nostre relazioni sono condizionate dai modelli comportamentali osservati in famiglia; pertanto, se non operiamo consapevolmente dei cambiamenti, condanniamo noi stessi ad una situazione di stallo, sia emotivo che relazionale.
Secondo le filosofie orientali, ci è dato il potere di scegliere dove nascere e vivere, compresa la scelta dei nostri genitori.
Cerchiamo in ogni istante, di dare sempre
il meglio di noi stessi.
Per fare ciò occorre focalizzare la nostra attenzione sul presente, proiettandolo già in un futuro felice e sereno, liberandoci dai sensi di colpa, dalle nostre vecchie abitudini ma, soprattutto, perdonandoci.
Creiamo attorno a noi un’atmosfera ricca di gioia e felicità, iniziando proprio dal perdono di noi stessi e degli altri. Abbandonando il rancore, anche le nostre cellule ne beneficeranno e si potrà così assaporare la luce ristoratrice dentro di noi.
Quante volte tendiamo a rimproverare gli altri, senza renderci consapevoli che noi possiamo migliorare la nostra realtà e ciò che capita attorno a noi.
Il nostro atteggiamento critico ed estremamente razionale, è incatenato ad uno schema mentale rigido e poco incline al miglioramento.
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Attuando questo sistema, la nostra anima non vibra positivamente e tutto il nostro corpo, la nostra mente, il nostro essere ne sono compromessi, dato che la negatività si concretizza in dolore fisico e il senso di colpa in umor nero.
Modificando gli schemi mentali del passato, legati alla nostra infanzia, lasciando immediatamente i risentimenti, riscopriremo uno stato di pace e di gioia nel nostro cuore affinché possano migliorare le nostre prossime esperienze.
La nostra vita, è lo specchio di quanto vissuto interiormente ed ecco perché è fondamentale lasciar andare il dolore del passato mostrandosi disposti a perdonare: si potrà osservare quanto porti un benessere nel proprio stato psico-fisico.
Questo non significa dover perdonare tutto e tutti, ma semplicemente abbandonare il risentimento per godere del momento del perdono.
Amiamoci ed accettiamoci così come siamo, cercando sempre di migliorare, abbandonando le critiche verso noi stessi e verso gli altri.
Un esempio di mantra potrebbe essere:
“Mi amo, mi accetto e sono disposto a far cambiare lo schema nella coscienza
che determina questa situazione”.
Dobbiamo trasmettere una comunicazione sensoriale, oltre a quella verbale, e porre attenzione a “come” la comunichiamo dato che possiamo trasmettere fiducia, sicurezza, gioia e felicità.
È importante concentrarsi e creare nella propria mente una rappresentazione visiva, uditiva e sensoriale, del nostro obiettivo: in altre parole, vivere da subito come fossimo già una persona con una buona autostima.
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Spesso dimentichiamo come la fiducia in se stessi dipenda anche dalla nostra fisicità, dalla nostra postura, dal nostro modo di comunicare inconsciamente a livello verbale e non. Per questo è importante essere consapevoli della posa che assumiamo, del nostro stile, del nostro atteggiamento a livello mentale e corporeo.
Per intervenire sulla nostra autostima, spesso crediamo che sia fondamentale agire sui risultati in modo da ottenere un miglioramento e una alta opinione di noi stessi: ma non è sempre così.
E’ necessario intervenire sulle cause che hanno
generato i risultati

Antonio Nuzzachi

IL NODO

La nostra vita è un continuo susseguirsi di avvenimenti, che influenzano in maniera positiva o meno la visione della nostra realtà.
Ogni evento negativo o poco piacevole, del passato o del presente, ha formato o forma in noi un nodo, un blocco nel naturale flusso della nostra energia. Se immaginassimo la nostra vita attraversata da una energia, come fosse un filo conduttore con l’Universo, il nodo rappresenta un freno o addirittura una interruzione del flusso energetico (il Ki).
Secondo la bioenergetica, esistono delle correlazioni tra i blocchi
prolungati di energia e la salute fisica.
Questi blocchi, che chiameremo nodi, non solo influenzano il nostro modo di agire, ma addirittura il nostro stesso essere inteso come integrità psico-fisica.
Immaginando l’energia come un flusso di luce limpida e pura, i nodi sono quelle interruzioni che non permettono questo fluire naturale e rigenerante.
Un altro esempio di nodi possono essere i momenti in cui non siamo stati in grado di reagire dinnanzi a soprusi o ingiustizie o, non meno grave, quando abbiamo imprigionato la nostra rabbia anziché esternarla.
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I nodi emozionali sono alimentati da diversi fattori, tra i quali il nostro modo di pensare (negativamente), i nostri stati d’animo, e l’accanimento ad alcune forme rigide di pensiero.
Schema rappresentativo
Nella nostra quotidianità, siamo spesso scoraggiati da quanto di negativo ci accade intorno. Noi, invece, possiamo trasformare il nostro modo di pensare e migliorare la nostra vita, poiché la nostra mentalità ci influenza sia sul piano emotivo che su quello decisionale. I pensieri condizionano non solo le persone che li creano, ma anche quelli che stanno accanto a loro. 

Antonio Nuzzachi

IL RAPPORTO CON IL CIBO

Il rapporto con il cibo Molte persone hanno la necessità di mangiare in modo compulsivo, come fosse un bisogno estremo di appagamento emotivo. Soprattutto le donne, in età adulta, presentano questi comportamenti dovuti, probabilmente, anche a fattori ormonali. Il comportamento ansioso da parte di queste persone, e non solo, va modificato, intervenendo sui comportamenti al fine di non incorrere, oltre ai problemi di salute, in forme incontrollabili dove è assai più difficile intervenire naturalmente. Modificare le nostre abitudini alimentari, eliminando alcuni cibi poco salutari e prediligere una corretta alimentazione, potrebbe rivelarsi un ottimo alleato per gestire l’ansia del cibo, dato che alcuni alimenti hanno un’influenza sia sull’ansia che sull’umore. Il neurotrasmettitore principale, in questo processo, è la serotonina che è possibile stimolare attraverso una alimentazione ricca di vitamine, contenute in frutta e verdura. Ovviamente, come delucidato nella precedente tesi L26, la dieta mediterranea si colloca al 1º posto come soluzione mirata a questo stato d’animo.
“Un esempio a tale proposito ci viene dalla dieta mediterranea, ormai universalmente riconosciuta come modello di dieta salutare in grado di soddisfare i bisogni nutrizionali e conferire protezione nei confronti dell’insorgenza delle patologie da eccesso di cibo. In questa dieta, così come nei modelli alimentari di popolazioni longeve come le blue zone della Sardegna o di Okinawa, è previsto un consumo moderato di alimenti di origine animale associato però a un alto consumo di alimenti di origine vegetale. In linea con tale modello, le raccomandazioni nutrizionali che suggeriscono di mangiare circa cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, dato l’elevato contenuto di sostanze ad alto valore nutrizionale (vitamine, sali minerali ecc.) e funzionale (antiossidanti, sostanze anti-infammatorie, basso indice glicemico, etc.), hanno un loro costo ambientale se valutate nella prospettiva del consumo giornaliero, costo sicuramente è bilanciato dalla valenza salutistica di questi alimenti. La dieta mediterranea è uno stile di vita, più che un semplice elenco di alimenti. Alla base della piramide alimentare ci sono tante verdure, un po’ di frutta e cereali (preferibilmente integrali). Salendo, troviamo il latte e i derivati a basso contenuto di grassi (come lo yogurt) contemplati in 2-3 porzioni da 125ml. L’olio extravergine di oliva da consumare a crudo senza esagerare (3-4 cucchiai al giorno), assieme ad aglio, cipolla, spezie ed erbe aromatiche,
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al posto del sale, sono i condimenti migliori per i nostri piatti in stile mediterraneo. Altri grassi buoni, oltre a quelli dell’olio, ci vengono forniti dalla frutta a guscio e dalle olive, in una o due porzioni da 30g. Verso il vertice della piramide alimentare, ci sono gli alimenti da consumare non ogni giorno ma settimanalmente: sono quelli che forniscono prevalentemente proteine, tra i quali dovremmo favorire il pesce e i legumi con almeno due porzioni alla settimana ciascuno, il pollame 2-3 porzioni, le uova da 1 a 4 la settimana, i formaggi non più di un paio di porzioni da 100g, 50g se sono stagionati. Al vertice della piramide ci sono, infine, gli alimenti da consumare con moderazione: due porzioni o meno a settimana per le carni rosse (100g), mentre quelle processate (affettati, salumi ecc..) sarebbero da consumare con ancor più parsimonia (una porzione a settimana da 50g o anche meno). Infine i dolci, da consumare il meno possibile.
Il nostro fabbisogno energetico varia in base al metabolismo basale (il consumo di energia del nostro corpo a riposo), a ciò che mangiamo (alcuni alimenti richiedono più energia per essere “scomposti”), all’età e all’attività fisica quotidiana. L’energia deriva dai macronutrienti (glucidi o carboidrati, protidi o proteine e lipidi o grassi) e, per potersi dire un’alimentazione “bilanciata”, dovrebbe essere così ripartita: 45–60% di Glucidi, di prevalenza complessi (come gli amidi dei cereali), 10–12% di Proteine (corrispondenti a 0,9g per kg di peso corporeo), 20–35% di Grassi con una percentuale di grassi saturi (maggiormente rappresentati in quasi tutti i prodotti animali tranne il pesce) inferiore al 10%”.*
Come evidenziato prima, l’ansia potrebbe precedere il momento del pasto ed essere causata da molti e complessi fattori come: sensazioni di disagio, paura del cibo, pensieri negativi anticipatori al pasto… Il sistema nervoso parasimpatico attiva i processi digestivi e l’ansia potrebbe interporsi in questi procedimenti regolatori, attivando il sistema nervoso simpatico. Tutto questo innesca un meccanismo deleterio nell’organismo stesso e, pertanto, è necessario maneggiare le emozioni negative e il diniego scaturito dal cibo in uno stato cosciente.
Sconfiggere le nostre credenze limitanti e affrontare le nostre indecisioni, sono i primi passi per modificare il nostro stile di vita

 

Antonio Nuzzachi

IL PENSIERO POSITIVO

Il pensiero positivo*
“Noi siamo quello che pensiamo in questo momento! Spesso siamo orientati verso pensieri demotivanti, poco stimolanti e le notizie che ogni giorno ascoltiamo ed entrano nelle nostre case con i mezzi di diffusione, non certo incrementano la positività. Noi possiamo invertire questo modo di pensare e migliorare il nostro stile di vita. Il nostro modo di pensare influenza noi stessi sul piano emotivo e decisionale, nel “plasmare la nostra realtà”. Gli esseri umani possono creare o disfare la propria realtà attraverso i propri pensieri, e questi influenzano non soltanto noi, ma anche chi ci è accanto.
Allora perché non iniziare da questo momento a indirizzare la nostra mente alla positività? Questo atteggiamento mentale modificherà anche il nostro modo di agire, di vedere le cose e ci proietterà verso orizzonti di gioia, pace, armonia, incrementando in noi anche l’autostima. Molti si chiederanno come sia possibile cambiare il nostro modo di vedere le cose. Iniziamo a dire: “grazie!”
Grazie per quello che siamo, per quello che abbiamo, per quello che siamo riusciti a costruire, ma soprattutto per quello che siamo ora, nel presente, perché proprio in esso modelliamo la nostra realtà. Certo non è facile dire sempre: “grazie!”, ma ogni occasione è buona e propizia per iniziare ad affrontare le vicissitudini della vita in maniera positiva. Il nostro modo di pensare influenza il nostro modo di agire e, noi, possiamo creare nella nostra mente un ambiente meraviglioso, ricco di colori e di gioia o, al contrario, brutto, povero di luce e triste. Il nostro modo di essere e il nostro carattere, sono strettamente legati al pensare più profondo e al nostro spirito.
Valorizza il tuo futuro, pensa positivo!
Come prendere l’abitudine di pensare positivo?
- Cercando il lato positivo in ogni situazione,
- scoprendo in ogni difficoltà o bocciatura, la lezione che servirà per il futuro;
- trovando una soluzione ad ogni problema che incontriamo lungo la nostra strada;
- pensando al futuro, agli obiettivi e non rimanendo ancorati al passato.
Pensare positivo, aumenta l’autostima e la nostra capacità di affrontare le situazioni”.
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*Antonio Nuzzachi, Viaggio sulle ali della consapevolezza, Youcanprint, 2013

Antonio Nuzzachi

La motivazione
Il termine che racchiude in se il nocciolo fertile del nostro agire, il nostro muoverci verso un cambiamento e un miglioramento e va intesa come un solido caposaldo nella vita di ognuno di noi, è la parola “motivazione”.
Essa è intesa anche come quell’energia che ci permette di diventare come realmente siamo. E’ formata da due parole: “motivo” e “azione”. L’azione, infatti, nasce da un motivo, da una potente domanda che permetterà di avere come risposta il perché vogliamo ottenere una cosa e raggiungere la meta prefissata.
La motivazione nasce da una serie complessa di elementi: le condizioni ambientali, il contesto familiare, la visione che abbiamo di noi stessi e della realtà circostante, la capacità di reagire o meno agli insuccessi...
Questa “spinta interiore” permette di convergere tutte le nostre energie verso il conseguimento della nostra felicità e pone le proprie radici in una condizione mentale le cui caratteristiche sono: la positività, la curiosità nel riscoprire strumenti sempre nuovi per potersi mettere in gioco e la forza visiva che ci orienta verso il successo.
La positività, come è possibile notare, è la caratteristica primaria, poiché in essa alberga in nostro modo di pensare ed è matrice del nostro agire.
L’obiettivo
In ognuno di noi sono latenti dei forti desideri, che non devono essere intesi come dei capricci da realizzare, ma rappresentano invece degli obiettivi concreti, la cui realizzazione permetterebbe alla nostra intera esistenza di svilupparsi e di crescere sia sotto il profilo pratico sia sotto quello spirituale.
Realizzare un obiettivo, però, a volte non è così semplice, poiché siamo influenzati costantemente dalle persone che ci sono accanto e da quelle che ci circondano al lavoro, o nei luoghi che frequentiamo, i fatti che accadono nel mondo, che incrementano la negatività.
 

LA MOTIVAZIONE

Antonio Nuzzachi

PILLOLE DI VIAGGIO

"Pillole di viaggio: #Camogli sa di focaccia e pesce fritto" #Camogli sa di focaccia e pesce fritto, di acciughe, triglie, calamari, di pesto con il burro, pane sciapo e olio buono. I bimbi giocano al pallone sulla passeggiata del mare e, verso il molo, danzano le barche colorate. Camogli sono fichi d'india, sono case coi panni stesi dal muro della chiesa, sono grida di un gatto verso l'ora di cena. Camogli sono tramonti silenziosi e gentili, dove è solito vedere andare cani, alcuni afghani, accompagnati per l'uscita della sera, tra maglie di trame grosse per il riparo dal fresco di fine aprile. Camogli, piccolo villaggio di pescatori del levante ligure, è un cielo di nuvole e sole. A Camogli c'è il monastero benedettino di #SanFruttuoso, dove si può restare per qualche momento seduti sulla spiaggia abbracciata dalle montagne, montagne che scendono a picco verso fondali di un celeste che sorprende. Camogli è il rumore del mare, sono onde che non si stancano mai. Camogli è l'andar per mare. Andar per Camogli poi significa riconoscere i visi delle persone dopo alcune ore, visi di marinai le cui mogli ne aspettano a casa il ritorno: ecco cosa si nasconde dietro il nome di Camogli, ca-mogli, là verso la costa, le mogli. Donne che lavorano la maglia nelle botteghe, botteghe una in fila all'altra in una via di cui non si ricorda il nome, una via che guarda e osserva il filo dell'orizzonte. Pomeriggi di un tempo che non si misura, dove le famigerate quattro chiacchiere, come per magia, sono suoni che si confondono fra la natura, le cose e gli uomini, parole che tutto dicono e diviene un'arte averne memoria. Camogli.

Tiziano Pollastrini

PILLOLE DI VIAGGIO

L' Africa è una dolce culla, una madre premurosa, forte e persino severa. Siamo vicini all'Equatore, un sole caldo, cocente, la sabbia bianca, finissima, abbagliante. La pelle nera, gli occhi scuri, una predominanza di religione mussulmana; le donne, alcune, con il velo, di colori vivaci, sgargianti. Una natura maestosa, meravigliosa, grande, enorme.Come la frutta. Una terra generosa, il pesce pescato, i ritmi lenti, il quotidiano che si snoda lungo le strade: i banchetti, le botteghe, il cibo cucinato all'aperto, luci fioche e il buio intorno. A Stone Town, ieri, il mercato della carne, ritorna il pesce, su tavole di legno le mosche a fare da corollario, immancabili le spezie. A Zanzibar, un tempo, c'era il mercato degli schiavi, visitiamo le celle sotterranee, intatte ancora le catene. Intatta la memoria. E silenzio e riflessione. Un popolo dolcemente malinconico, sorridente, sempre pronto al saluto. Qui si vive quanto di piu' ancestrale, io abbia mai vissuto. E la semplicita'. E di quanto la natura, mare, cielo e terra, tutti insieme, meritino rispetto.

Tiziano Pollastrini

C'era persino Pinocchio, la casa di Crepet, quella del ex moglie di Baglioni. Tornatore ha abbandonato questo luogo, sta diventando troppo turistico, ha detto. In cima ad uno sperone di tufo, i calanchi scoscesi, Civita di Bagnoregio mi ha riportato letteralmente indietro ai tempi del Medioevo. Quello che ho visto nei film, quello che ho immaginato da piccolo a scuola. Non ci s'arriva in macchina, ma soltanto attraversando un ponte stretto stretto, lungo qualche centinaio di metri. Vi abitano stabilmente 11 persone, un pochino di più d'estate e nei fine settimana. Set cinematografico di molti film italiani con Totò e Alberto Sordi, è un borgo incantevole. Tranquillità, silenzio, tanti gatti per le vie lastricate, i vasi di fiori messi in bella mostra fuori dalle case.Un cammino attraverso la storia della Tuscia. Già gli Etrusch, e poi i Romani. Il dialetto, i passi lenti e il buon cibo. Lassù, in cima allo sperone, qualcuno ci ha messo mano. Un uomo di sicura virtù e bellezza. 🌹 Un invito al viaggio.

PILLOLE DI VIAGGIO

Tiziano Pollastrini